Monte Brancastello e Pizzo San Gabriele

Ci sono montagne su cui il cammino non è soltanto un movimento fisico.
Ci sono sentieri su cui ripercorro passate esperienze vecchie di molti anni. Ogni tanto ritorno su quelle montagne che tanti anni fa mi hanno visto muovere i primi passi e il mio cammino si affianca ai ricordi di quelle emozioni contrastanti che mi hanno pervaso durante le mie prime esperienze.  Curiosità, entusiasmo ma anche paure ataviche e circospezione. In alcuni casi, ritornando su quelle montagne riesco ancora a sentire le stesse farfalle nello stomaco che sentivo le prime volte.

Poi, con il passare degli anni quei sentieri sono diventati una parte del mio essere, luoghi dove ritornare quasi a cadenza annuale per farsi coccolare e accarezzare da un ambiente “di casa” che rilassa e tranquillizza, quasi come partecipare ad una seduta di training autogeno che toglie ogni forma di stress e ci fa ritornare alle origini. E’ bello muoversi con sicurezza in un ambiente che conosco. E’ come andare a trovare un vecchio amico fidato con cui hai condiviso ogni segreto e so che non mi tradirà mai.

Uno di questi luoghi è il monte Brancastello, 2385 metri, una delle più importanti elevazioni della catena orientale del Gran Sasso d’Italia, che ho scelto per godermi una giornata senza pensieri, dedicandomi alla contemplazione dei luoghi, all’osservazione, all’attesa e al riposo, perché la montagna è anche questo.  Dopo un’estate ricca di scorribande anche molto impegnative su Alpi e Appennini,  il Brancastello, montagna non troppo impegnativa, sembrava fatta apposta per soddisfare questa mia esigenza.

La compagnia di Caterina, mia irriducibile amica con cui ho una straordinaria intesa e condivido quasi tutte le mie escursioni in montagna, ha reso la giornata ancora più piacevole. Durante il viaggio, tanto per cominciare, ci godiamo un’alba dalle delicatissime tinte rosa pastellate che hanno avvolto L’Aquila e il Gran Sasso, nella tenue foschia del mattino.

Raggiungiamo Campo Imperatore con il sole che già si è posato sulle terre alte esaltandone i profili.
Breve e doverosa sosta al piccolo laghetto Pietranzoni tra mucche e cavalli al pascolo. Straordinaria immagine bucolica che ti mette in pace con il mondo e rievoca antiche visioni di vita pastorale.

Si prosegue a piedi verso l’attacco del sentiero al Vado di Corno e si affronta il bel percorso che si solleva sull’altopiano più celebre dell’Appennino. Prima di affrontare l’ultima salita verso la vetta, si fa una breve deviazione a sinistra per visitare una nuova cima, il Pizzo San Gabriele, bella vetta che permette di osservare il Corno Grande da un’angolazione che ne esalta il profilo con una vista ancora più completa rispetto a quella che offre il monte Brancastello, in quanto il Pizzo si spinge più a est rispetto alla dorsale su cui corre il sentiero, affacciandosi meglio sul versante teramano.

Le numerose stelle alpine presenti sui prati mi sono sembrate persino più belle e in perfettamente in forma rispetto alle altre volte. Le stelle alpine del Brancastello rappresentano una forma endemica a parte rispetto a tutte le altre presenti sull’Appennino. Sono più grandi, hanno lo stelo più lungo e sono più vellutate. Impossibile resistere senza fermarsi a fotografarle.

Dal punto di vista climatico è stata una bella giornata autunnale con cielo sereno fino a metà mattinata.  Successivamente un mantello di nubi ha dato vita ad uno spettacolare mare di nebbia intorno alla quota di 1800/1900 metri con conseguenti effetti speciali sulle cime che emergevano dallo strato di nubi, come tante isole.

Al ritorno, lungo la sottile cresta che scende al Vado di Corno e che divide il versante teramano da quello di Campo Imperatore, si è formata la consueta cortina di nebbia che risaliva dal versante orientale ma che veniva respinta e bloccata dalle correnti occidentali, formando un blocco di nubi  che grazie al sole basso del pomeriggio, favoriva il raro fenomeno conosciuto come “spettro di Broken” detto anche “gloria”.
E’ sempre un’emozione viverlo direttamente.

Alla fine della camminata, una spettacolare torta di mele preparata dalle sapienti mani di Caterina e una birra hanno reso perfetta la giornata sotto ogni punto di vista.

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